La biomassa rappresenta la forma più sofisticata di accumulo dell’energia solare. Attraverso il processo di fotosintesi, l’energia solare converte la CO2 atmosferica nella sostanza organica che costituisce i tessuti di tutti gli organismi vegetali, permettendo alla pianta di crescere. La biomassa, con la fotosintesi, cattura la radiazione solare e la trasforma in energia chimica; essa costituisce quindi una risorsa rinnovabile e inesauribile, se opportunamente utilizzata, per la produzione di altre forme di energia.
In questo modo, vengono fissate complessivamente circa duecento miliardi di tonnellate di carbonio all’anno, con un contenuto energetico dell’ordine di 70*103 Mtep1.
Le biomasse sono quindi una fonte rinnovabile di energia la cui caratteristica principale è di essere intrinsecamente legata al territorio: sono infatti disponibili ovunque e largamente diffuse, anche se in qualità e quantità diverse. Proprio per la loro diversità sono disponibili numerose tecnologie di conversione che producono altrettante forme finali di energia (energia elettrica e/o termica, combustibili liquidi, biogas). Infine, poiché le biomasse sono diffuse sul territorio è necessario organizzarne la raccolta e il trasporto o, in taluni casi, la coltivazione stessa in colture energetiche dedicate.
L’utilizzo delle biomasse a scopo energetico è uno degli strumenti indicati per la riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera: il bilancio della CO2 relativo alla conversione delle biomasse in energia è considerato neutro.
Le emissioni di CO2 prodotte dalla biomassa nel processo di combustione sono largamente compensate dalla quantità di CO2 assorbita, attraverso la fotosintesi, durante la crescita della biomassa stessa. Si tratta di un processo estremamente vantaggioso sotto il profilo ambientale, in quanto evita le emissioni di carbonio nell’atmosfera determinate dalle fonti fossili che sostituisce.
1. Mtep – megatep, un milione di tep (tonnellate equivalenti di petrolio)